Quando compri un’auto a rate, pensi solo alla rata mensile. Ma c’è un costo nascosto che ti viene proposto quasi sempre, e che molti firmano senza capire bene cosa comprano: l’assicurazione facoltativa sul credito. Non è obbligatoria. Non ti serve per ottenere il finanziamento. Eppure, in molti la sottoscrivono. Perché? E soprattutto: vale la pena?
Cosa è l’assicurazione facoltativa sul credito per l’auto
È un prodotto assicurativo che ti protegge se, per motivi imprevisti, non riesci più a pagare le rate del tuo finanziamento auto. Si chiama anche CPI (Credit Protection Insurance) o PPI. Non è un’assicurazione sull’auto, ma sul tuo reddito. Se ti infortuni, ti ammali, o perdi il lavoro, questa polizza paga le rate al posto tuo, fino a un certo limite.
Non è un’assicurazione vita. Non dà soldi ai tuoi familiari se muori. Non copre il danno all’auto. Copre solo il tuo debito. E il creditore (la finanziaria) è il primo beneficiario: se tu non paghi, loro vogliono essere pagati lo stesso. Tu sei l’assicurato, ma la polizza serve a proteggere loro prima di te.
Le principali società che la offrono in Italia sono Fiditalia, Agos, Compass e Stellantis Financial Services. Spesso la proposta arriva insieme al contratto di finanziamento, come un’opzione da spuntare. Ma attenzione: non è obbligatoria. Se la rifiuti, la finanziaria non può negarti il prestito o peggiorare le condizioni. È un prodotto aggiuntivo, non un requisito.
Cosa copre esattamente
Non tutte le polizze sono uguali, ma la maggior parte copre quattro eventi principali:
- Infortunio o malattia che ti impediscono di lavorare per un periodo prolungato (almeno 30-60 giorni consecutivi)
- Incapacità al guadagno (per esempio, se hai un’invalidità permanente)
- Disoccupazione involontaria: devi essere stato licenziato, non aver dimesso volontariamente, e aver cercato lavoro senza successo per almeno 60-90 giorni
- Morte: in questo caso, il debito residuo viene estinto
Le esclusioni sono tante e spesso nascoste nei piccoli caratteri. Non coprono malattie preesistenti. Non coprono la disoccupazione se hai lasciato il lavoro da solo. Non coprono se sei un lavoratore autonomo e hai perso un cliente. Non coprono se sei in prova o se hai meno di 12 mesi di anzianità. E non coprono se l’assicurazione non ti ha accettato per motivi di salute o età.
La polizza di Agos, chiamata CPI Recall, ha tre versioni diverse: una per i lavoratori autonomi, una per i dipendenti privati, una per i dipendenti pubblici e chi non lavora. È un passo avanti rispetto alle polizze standard, ma ancora non è perfetta. Il premio viene addebitato insieme alla rata mensile, e il primo addebito non avviene prima di 30 giorni dall’adesione. Quindi, se ti licenziano il giorno dopo aver firmato, non sei coperto.
Quanto costa davvero
Il premio non lo paghi a parte. Viene incluso nel finanziamento. Ecco il trucco: se il tuo prestito è di 15.000 euro a 60 rate da 300 euro, la polizza potrebbe aggiungere 50 euro al mese. Il tuo finanziamento diventa 18.000 euro. Le rate diventano 350 euro. Ma tu pensi di pagare solo 300 euro più un’assicurazione da 50 euro. In realtà, stai pagando 350 euro per un prestito più grande, con interessi calcolati su un importo più alto.
Questo aumenta il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale), che è l’unico dato che ti dice il costo reale del finanziamento. Se il TAEG senza assicurazione era del 5,8%, con l’assicurazione potrebbe salire al 7,2%. Per un prestito da 15.000 euro su 5 anni, questo significa circa 1.200 euro in più di interessi. E tu hai pagato anche il premio dell’assicurazione: altri 3.000 euro in 5 anni. Totale: 4.200 euro in più.
Per chi non ha mai avuto bisogno di usarla, è un costo inutile. Per chi l’ha usata, è stato un salvataggio. Ma non è una garanzia. Secondo le recensioni raccolte su forum come GuidaFinanziaria.it, il 58% di chi ha attivato la polizza ha ricevuto l’indennizzo, ma il 32% ha avuto difficoltà a dimostrare l’inabilità al lavoro. Altri hanno aspettato oltre 60 giorni per il pagamento. Marco_Roma su FinanzaOnline ha dovuto presentare tre certificati medici per ottenere sei rate coperte. E ha dovuto pagare 50 euro al mese per 24 mesi prima di usarla.
Per chi conviene davvero
Non è una scelta da fare a caso. Devi chiederti: qual è il mio rischio reale di perdere il reddito?
Se lavori nel pubblico, in un’azienda stabile, con un contratto a tempo indeterminato da più di 5 anni, e non hai figli da mantenere, probabilmente non ti serve. Il tasso di disoccupazione per i dipendenti pubblici in Italia è inferiore all’1% (dati INPS 2022). Il costo dell’assicurazione è molto più alto del rischio.
Se invece sei un lavoratore autonomo, un freelance, un impiegato in un settore volatile come il turismo o l’edilizia, dove il tasso di disoccupazione nel 2022 era del 9,2% (ISTAT), allora potrebbe essere una copertura utile. Se hai un reddito instabile, se il tuo lavoro dipende da progetti, se non hai risparmi sufficienti per coprire 3-4 rate, allora questa polizza può essere un paracadute. Non un investimento, ma una forma di protezione.
Stellantis Financial Services e Fiditalia la propongono come “garanzia per il finanziamento”. Ma è un modo di dire. La garanzia vera è il tuo stipendio. Questa polizza è solo un sostituto temporaneo, se il tuo stipendio scompare.
Alternative più intelligenti
Esistono modi più economici e flessibili per proteggerti.
- Un fondo di emergenza: metti da parte 3-6 mesi di spese. Se perdi il lavoro, usi quei soldi per pagare la rata. Non paghi premi mensili. Non hai esclusioni. Non devi dimostrare nulla. È il modo più semplice e potente.
- Un’assicurazione sulla vita con estensione disoccupazione: alcune polizze vita permettono di aggiungere la copertura per disoccupazione. Il costo è più basso, e puoi scegliere l’importo da coprire. Non è legato al finanziamento, quindi puoi cambiarlo o cancellarlo quando vuoi.
- Un’assicurazione infortuni: se il tuo lavoro è fisico o rischioso, un’assicurazione che ti paga un’indennità in caso di infortunio può essere più utile della CPI. Ti copre solo per un evento, ma lo fa meglio.
La CPI è un prodotto standardizzato. Le alternative sono personalizzabili. E non ti legano al finanziamento. Se cambi auto o rinegozi il prestito, la CPI va persa. Le altre coperture restano con te.
Come decidere: 3 domande chiave
Prima di firmare, chiediti:
- Quanto costa in totale? Calcola il premio mensile moltiplicato per il numero di rate. Poi sommalo agli interessi aggiuntivi del TAEG. Fai il confronto con il costo di un fondo di emergenza.
- Cosa esattamente copre? Leggi le esclusioni. Se la polizza non copre la disoccupazione per dimissioni volontarie, e tu hai un lavoro precario, non serve.
- Quanto tempo ci vuole per pagare? Se ti ammali, devi aspettare 60 giorni prima che parta l’indennizzo. Hai abbastanza risparmi per coprire 2 mesi senza reddito?
Se la risposta a una di queste domande è “no”, rifiuta. Non è un errore. È un atto di consapevolezza.
Il mercato sta cambiando
Nel 2019, il 47% dei finanziamenti auto in Italia includeva una polizza CPI. Nel 2022, è scesa al 38%. Perché? Perché i consumatori stanno imparando. L’indagine Doxa per IVASS dice che il 62% dei clienti trova il costo troppo alto rispetto alla protezione offerta.
Le compagnie stanno reagendo. Agos ha creato versioni diverse per lavoratori autonomi e dipendenti. Fiditalia ha lanciato “InCircolo”, una polizza più chiara per auto nuove e usate. Il mercato si sta muovendo verso prodotti più trasparenti, meno standard, più adatti al singolo.
Ma il principio rimane: non è un’assicurazione per l’auto. È un’assicurazione per il tuo reddito. E il tuo reddito non è un accessorio del finanziamento. È la sua base.
Se hai già la polizza
Se l’hai sottoscritta e ora ti chiedi se vale la pena mantenerla, puoi disdire. La legge ti permette di recedere entro 14 giorni dalla sottoscrizione (diritto di recesso). Dopo, puoi comunque cancellarla, ma potresti perdere il premio già pagato.
Contatta la finanziaria. Chiedi la modifica del contratto. Se non ti rispondono, scrivi una lettera raccomandata. Se ti dicono che non puoi, chiedi di vedere il contratto originale. La polizza è tua, non della finanziaria. E se non ti serve più, non devi pagarla.
Giovanni_Milano su Trustpilot ha pagato 480 euro in due anni senza mai usarla. Alla fine l’ha disdetta. “Non giustificava il costo”, ha scritto. Ha ragione.
Non tutti hanno bisogno di questa polizza. Ma chi ne ha bisogno, non può permettersi di non averla. La scelta non è tra “sì” o “no”. È tra “per me” o “per gli altri”.