Immagina di comprare un’auto usata e di sapere con certezza che il chilometraggio non è stato manomesso, che tutte le manutenzioni sono state fatte davvero, e che nessun incidente è stato nascosto. Non è un sogno: è la realtà che sta nascendo grazie alla blockchain. In Italia e in tutta Europa, questa tecnologia sta cambiando il modo in cui si gestisce la storia di un’auto, trasformando documenti cartacei e file digitali vulnerabili in un registro immutabile, trasparente e sicuro.
Perché lo storico manutenzione delle auto ha bisogno di una rivoluzione
Ogni anno, nel mercato europeo delle auto usate, si perdono circa 9,5 miliardi di euro a causa di frodi. Il chilometraggio falsato è solo la punta dell’iceberg. Spesso, le officine non registrano le riparazioni, i certificati di revisione vengono persi, e gli incidenti vengono omessi per aumentare il prezzo di vendita. Chi compra un’auto usata si fida di un foglio stampato, di un PDF o di un’app che potrebbe essere stata modificata. E se quel documento fosse impossibile da alterare?La blockchain risponde a questo problema con un registro digitale distribuito: ogni volta che un’auto viene sottoposta a manutenzione, venduta o coinvolta in un sinistro, l’evento viene registrato come una transazione crittografata. Questa transazione viene collegata a quella precedente, formando una catena ininterrotta. Non c’è un unico server centrale da hackerare. I dati sono copiati su centinaia di computer in tutto il mondo. E una volta scritti, non si possono cancellare né modificare.
CertiShield: la soluzione italiana per le auto d’epoca
In Italia, KNOBS srl di Milano ha lanciato CertiShield nel 2022, la prima piattaforma blockchain dedicata alle auto d’epoca. Non è un semplice database: è un sistema che converte ogni certificato di proprietà, ogni fattura di riparazione, ogni attestato di partecipazione a una gara storica in un “token” digitale unico. Questo token è legato al veicolo come un codice a barre, ma molto più potente: contiene dati verificabili da chiunque, in tempo reale.Con CertiShield, un proprietario di una 250 GT Ferrari del 1962 può caricare le foto dei restauri, le ricevute dei pezzi originali, e persino i risultati delle gare a cui ha partecipato. Tutto viene firmato digitalmente e registrato sulla blockchain. Quando un acquirente potenziale scansiona il QR Code del veicolo, vede l’intera storia: niente più dubbi, niente più certificati falsi o perduti.
La piattaforma si integra con i registri ufficiali italiani, come il Registro Italiano Lancia e il Registro Autostoriche Abarth. Questo significa che i dati non sono solo digitali: sono riconosciuti legalmente. Il Decreto Legge 77/2023 ha reso i documenti blockchain equivalenti ai cartacei in termini di validità legale. Per i collezionisti, questo è un cambiamento epocale.
BMW, Lamborghini e Volkswagen: quando i costruttori scommettono sulla blockchain
Non sono solo le auto d’epoca a beneficiare di questa tecnologia. I grandi costruttori hanno capito il potenziale. BMW ha lanciato VerifyCar nel 2021, un sistema che collega direttamente i concessionari autorizzati alla blockchain. Ogni cambio di olio, ogni sostituzione di freni, ogni revisione viene registrata in tempo reale. Il risultato? Gli acquirenti possono verificare l’autenticità del chilometraggio con un clic, riducendo drasticamente le frodi.Lamborghini ha fatto qualcosa di ancora più radicale: ha eliminato le ispezioni fisiche per le Aventador S in vendita. Prima, ogni vettura doveva essere portata in fabbrica per un controllo manuale che richiedeva giorni. Ora, con la blockchain, l’autenticazione avviene in pochi minuti. Il tempo di vendita è calato del 99%.
Volkswagen e Volvo non si limitano alla manutenzione. Dal 2021 usano la blockchain per tracciare il cobalto usato nelle batterie dei veicoli elettrici. Vogliono dimostrare che il loro materiale non proviene da miniere con sfruttamento infantile. La blockchain non serve solo a proteggere il valore dell’auto: serve a proteggere le persone.
La tecnologia dietro il sistema: come funziona davvero
La blockchain non è magia. È un sistema tecnico ben definito. Ogni evento legato a un’auto viene registrato come una transazione. Questa transazione include:- La data e l’ora esatta
- L’identificativo del veicolo (VIN)
- Il tipo di intervento (manutenzione, sinistro, cambio proprietà)
- L’identità dell’officina o del soggetto che ha eseguito l’operazione
- Una firma digitale crittografica
Tutti questi dati vengono compressi e collegati al blocco precedente, formando una catena. Per alterare un solo dato, un hacker dovrebbe modificare tutti i blocchi successivi e controllare più della metà della rete contemporaneamente. È praticamente impossibile.
I sistemi usano algoritmi come SHA-256, lo stesso usato da Bitcoin. L’accesso ai dati è controllato: le officine possono aggiornare lo storico, i proprietari possono visualizzarlo, gli acquirenti possono solo leggerlo. Non c’è bisogno di fidarsi di un singolo ente: la fiducia è distribuita.
Chi ci guadagna? E chi rischia di restare fuori
I benefici sono evidenti. Secondo un report del Politecnico di Milano del 2023, entro il 2027 la blockchain potrebbe ridurre del 78% le frodi nel mercato dell’usato. I venditori di auto d’epoca vedono un aumento del 15% nel prezzo finale, perché gli acquirenti sono più sicuri. Le assicurazioni possono calcolare i premi con maggiore precisione, basandosi su dati reali e non su dichiarazioni.Ma non è tutto roseo. La grande sfida è l’interoperabilità. CertiShield, VerifyCar e The Motor Chain (TMC) usano blockchain diverse. Se un’officina usa un sistema e un’altra un altro, i dati non si parlano. Il risultato? Uno storico frammentato. Secondo Daniele Rozzoni, CEO di KNOBS, "la vera sfida non è tecnologica, ma culturale: dobbiamo far partecipare anche i piccoli meccanici indipendenti".
Attualmente, solo le officine certificate possono aggiornare lo storico. Un meccanico di quartiere che fa un cambio di olio non ha accesso. E se l’auto viene manutenuta da un privato? Il dato potrebbe non essere registrato. Senza una standardizzazione europea, la blockchain rischia di diventare un insieme di isole, non un continente.
La realtà dei numeri: quanto costa e quanto è diffuso
Il mercato globale della blockchain automotive valeva 1,2 miliardi di euro nel 2023. Secondo ResearchAndMarkets, raggiungerà 8,7 miliardi entro il 2028. In Italia, il 35% delle auto d’epoca iscritte a registri ufficiali utilizzerà sistemi blockchain entro il 2025, grazie al Piano Nazionale di Transizione 4.0.Per un proprietario, il processo di registrazione su CertiShield richiede tra i 30 minuti e le 2 ore, a seconda della completezza della documentazione. L’integrazione con un’officina autorizzata richiede 2-3 settimane. Ma una volta fatto, l’uso è semplice: il 92% degli utenti impara a usarlo in 15 minuti, secondo un’indagine del Centro Studi Auto.
Il costo? Non è ancora standardizzato. Alcune piattaforme lo includono nel prezzo del veicolo, altre lo chiedono come servizio a parte. Ma il ritorno sull’investimento è chiaro: meno rischi, più fiducia, prezzi più alti.
Il futuro: auto autonome e blockchain
Il prossimo passo non è solo vendere auto con uno storico sicuro. È farle guidare da sé. Le auto a guida autonoma hanno bisogno di sapere con precisione lo stato dei freni, delle sospensioni, dei sensori. Se un veicolo autonomo sa che l’ultimo cambio olio è stato fatto a 15.000 km e non a 12.000, può decidere se è sicuro operare in condizioni critiche.Secondo il white paper di SAE International e IEEE del marzo 2024, lo storico manutentivo blockchain diventerà un elemento critico per la sicurezza delle auto autonome. E Gartner prevede che entro il 2026, il 40% delle nuove auto vendute in Europa avrà un sistema blockchain integrato.
La tecnologia non è perfetta. Ma sta crescendo. E sta cambiando il modo in cui pensiamo alla proprietà di un’auto. Non è più solo un oggetto: è un ente con una storia, che merita di essere raccontata in modo vero, completo e inviolabile.
Cos’è la blockchain per lo storico manutenzione auto?
È un registro digitale immutabile e distribuito che registra ogni intervento su un’auto - manutenzioni, incidenti, passaggi di proprietà - come transazioni crittografate collegate in sequenza. Una volta registrato, il dato non può essere modificato o cancellato, garantendo autenticità e trasparenza.
Quali sono le principali piattaforme in uso in Italia?
In Italia, CertiShield di KNOBS srl è la piattaforma leader per le auto d’epoca, integrata con i registri storici ufficiali. Per le auto moderne, BMW offre VerifyCar, disponibile nei concessionari autorizzati. Altre soluzioni come The Motor Chain (TMC) usano NFT per collegare ogni documento al veicolo.
La blockchain rende più sicuro l’acquisto di un’auto usata?
Sì. Con la blockchain, l’acquirente può verificare in tempo reale il chilometraggio reale, la completezza delle manutenzioni e la storia degli incidenti. Non si basa più su documenti cartacei che possono essere falsificati o perduti. Questo aumenta la fiducia e spesso porta a prezzi più alti per il venditore.
Posso usare la blockchain se ho un’auto non di lusso?
Sì. Anche se le grandi aziende partono dalle auto premium, le piattaforme come CertiShield sono aperte a tutti i veicoli storici. Per le auto comuni, l’adozione è ancora limitata, ma i costruttori stanno espandendo i sistemi. Il futuro è verso l’inclusione di tutti i veicoli, non solo quelli costosi.
Cosa succede se l’officina non è certificata?
Se un’officina non è collegata alla piattaforma blockchain, i suoi interventi non vengono registrati. Questo crea una lacuna nello storico. La soluzione ideale è che tutte le officine - anche quelle indipendenti - siano integrate. Al momento, solo quelle certificate possono aggiornare i dati, ma la pressione del mercato sta spingendo verso un’apertura più ampia.
La blockchain è legale in Italia?
Sì. Il Decreto Legge 77/2023 riconosce ufficialmente i documenti digitali basati su blockchain come equivalenti ai documenti cartacei per validità legale. Questo significa che un certificato blockchain ha lo stesso valore di uno stampato in tribunale o per la registrazione presso l’ACI.