Se hai una moto d'epoca e vuoi usarla senza correre rischi, devi capire una cosa: non è come guidare una moto moderna. Le regole cambiano da città a città, da regione a regione, e persino da anno a anno. Non basta averla iscritta al registro storico. Devi sapere quando, dove e per quanti giorni puoi circolare. E soprattutto, chi può guidarla? E cosa succede se sbagli?
Cosa rende una moto d'epoca “storica” in Italia?
Non è sufficiente che la tua moto sia vecchia. Per essere considerata moto d'epoca un veicolo iscritto a un registro storico riconosciuto (ASI o FMI) e dotato di Certificato di Rilevanza Storico-collezionistica (CRS), con almeno 20 anni dalla prima immatricolazione, devi soddisfare tre condizioni precise.
- Deve avere almeno 20 anni dalla data di prima immatricolazione.
- Deve essere iscritta a uno dei due registri ufficiali: ASI (Automotoclub Storico Italiano) o FMI (Federazione Motociclistica Italiana).
- Devi avere il Certificato di Rilevanza Storico-collezionistica (CRS) documento rilasciato da ASI o FMI che attesta lo stato di moto storica e ne garantisce l’originalità tecnica.
Senza CRS, non puoi godere di nessuna esenzione. E il CRS non è un documento che ottieni una volta per tutte. Devi rinnovarlo ogni anno, pagando 50 euro. Se lo dimentichi, la tua moto torna a essere un veicolo normale - e soggetta a tutte le restrizioni.
Chi può guidare una moto d'epoca?
La legge non impone un’età minima diversa da quella prevista per le moto normali. Se hai la patente A o A2 (o persino la patente B con abilitazione per moto fino a 125 cc), puoi guidare una moto d’epoca. Non c’è nessun test speciale, nessun esame aggiuntivo.
Ma qui entra in gioco un altro problema: la responsabilità. Se guidi una moto d’epoca, devi sapere che i freni sono più lenti, l’illuminazione meno potente, e che in città il traffico è più aggressivo. Non è una macchina da museo: è un veicolo che deve convivere con le auto moderne. Molti proprietari, soprattutto quelli più anziani, usano la loro moto solo per gite di domenica. Ma se la usi tutti i giorni, devi essere pronto a gestire situazioni che una moto del 1975 non è progettata per affrontare.
Non esistono limiti di età per guidarla, ma esistono limiti di esperienza. E se hai meno di 25 anni e guidi una moto da 700 cc del 1978, potresti trovare difficoltà a trovare un’assicurazione. Le compagnie sanno che le moto d’epoca sono più difficili da riparare e che i giovani conducenti hanno un rischio maggiore di incidenti.
Come funzionano le ZTL e le restrizioni ambientali?
Qui è dove le cose si complicano. Le città italiane hanno creato Zone a Traffico Limitato (ZTL) aree urbane dove l’accesso è vietato o regolamentato per ridurre l’inquinamento e il traffico per combattere l’inquinamento. Ma le moto d’epoca non sono tutte uguali. Alcune sono Euro 0, altre Euro 1, altre ancora non hanno nemmeno un certificato di emissione perché non esisteva quando furono prodotte.
La normativa nazionale (articolo 60 del Codice della Strada) dice che le moto storiche devono essere esentate dalle limitazioni. Ma le città non sono obbligate a rispettarla. E così, in pratica, ogni città fa come vuole.
Roma è l’esempio più chiaro di come si può fare bene. Dopo la sentenza del TAR Lazio del 2023, il sindaco ha emesso l’ordinanza n. 122 del 30 ottobre 2024: tutte le moto storiche con CRS possono circolare liberamente nella Fascia Verde, senza limiti di giorni o orari, fino al 31 ottobre 2025. Non devi chiedere permessi, non devi pagare ticket. Puoi andare dove vuoi.
Milano è l’esempio opposto. Qui, anche se hai il CRS, non puoi entrare in Area B tutti i giorni. Le moto tra i 20 e i 40 anni di età possono entrare solo 25 giorni l’anno. E non sono giorni consecutivi: li devi prenotare sul portale del Comune. Se li usi tutti in luglio, in ottobre sei bloccato. Le moto oltre i 40 anni, invece, circolano liberamente - ma solo se hanno il CRS e sono iscritte a un registro storico.
Torino segue le regole della Regione Piemonte: moto oltre i 40 anni? Circolazione libera tutti i giorni. Moto tra i 20 e i 39 anni? Solo nei giorni festivi e prefestivi. Se vuoi andare a lavorare in centro il lunedì, non puoi. Devi prendere l’autobus.
Le regole tecniche: cosa puoi modificare e cosa no?
Per mantenere lo status di moto storica, devi rispettare l’originalità. Non puoi sostituire il motore originale con uno moderno. Non puoi cambiare il telaio o la carrozzeria. Ma ci sono eccezioni importanti.
Secondo il Regolamento Sportivo Moto d’Epoca aggiornato al 7 aprile 2025, puoi aggiornare:
- Le luci (puoi passare da lampadine a LED, purché la forma e la posizione siano identiche)
- I freni (puoi installare dischi e pinze più moderne, se non alterano l’aspetto estetico)
- La catena di trasmissione (puoi usare una catena a sigillo, più resistente)
- Il serbatoio (solo se è identico per forma e capacità)
Ma se cambi il silenziatore con uno più “rumoroso” o sostituisci il carburatore con un’iniezione elettronica, perdi lo status di moto storica. E con esso, tutte le esenzioni. Le revisioni biennali sono più costose - in media 120 euro - perché i tecnici devono controllare che tutto sia originale. E se durante la revisione trovano modifiche non autorizzate, ti rifiutano il certificato.
Costi e burocrazia: quanto costa davvero mantenere una moto d’epoca?
Non è solo questione di benzina. Il costo annuale per mantenere una moto d’epoca in regola è più alto di quello di una moto moderna.
- Iscrizione a ASI/FMI: 85 euro (una tantum) + 50 euro annui per il rinnovo CRS
- CRS: 50 euro l’anno, più 110 euro per il rilascio iniziale
- Revisione biennale: 120 euro (20% in più rispetto alle moto moderne)
- Assicurazione: in media 285 euro l’anno (15% in meno delle moto moderne, perché si usa meno)
Per molti, il costo del CRS e della revisione è insostenibile. Su forum come Moto-Club.it, molti proprietari lamentano: “Uso la mia moto solo 20 giorni l’anno, ma pago 170 euro per mantenerla in regola”. E non è un caso isolato. Secondo un sondaggio di Federmoto del marzo 2025, il 32% dei proprietari usa la moto d’epoca come mezzo di trasporto primario - ma il 68% la usa solo per gite, raduni e weekend.
La burocrazia è un altro ostacolo. In Calabria, ci sono solo 12 centri autorizzati per il CRS per 1.850 moto iscritte. Se vivi a Crotone e devi fare la verifica, devi viaggiare per 200 chilometri. E il tempo di attesa? 30-45 giorni. Se ti serve il CRS per un raduno a maggio, devi iniziare a muoverti a febbraio.
La situazione futura: cosa cambierà?
Il futuro non è certo, ma ci sono segnali chiari. La Federazione Motociclistica Italiana ha aperto un tavolo tecnico con il Ministero delle Infrastrutture per uniformare le regole in tutta Italia. L’obiettivo? Far sì che Roma diventi l’esempio nazionale, e non un’eccezione.
Ma le città più grandi non mollano. Milano ha già annunciato che dal 1° ottobre 2028, le moto Euro 3 - che sono il 70% del parco motociclistico - saranno escluse dall’Area B. E anche se hai il CRS, se la tua moto è del 1998, potresti non poter entrare.
Secondo il Professor Enrico Zini dell’Università di Bologna, “la tendenza è verso un’armonizzazione nazionale. L’articolo 60 del Codice della Strada deve essere applicato ovunque, senza eccezioni locali”. Ma fino a quando questo non accadrà, ogni città sarà un mondo diverso.
Cosa devi fare per non finire in multa?
Se vuoi guidare la tua moto d’epoca senza rischi, segui queste regole:
- Iscrivi la moto a ASI o FMI e ottieni il CRS. Senza questo, non hai diritti.
- Controlla ogni anno la scadenza del CRS. Non aspettare che ti arrivi una lettera.
- Prima di andare in città, cerca l’ordinanza comunale. Non fidarti di quello che ti dicono in giro. Cerca su Google: “[Nome città] ordinanza ZTL moto storiche”.
- Porta sempre con te: CRS, libretto di circolazione, attestato di iscrizione al registro. Se la polizia ti ferma, devi dimostrare di essere in regola.
- Non modificare parti fondamentali del motore o del telaio. Anche un cambio di silenziatore può farti perdere lo status storico.
- Se vivi in una città con limiti di giorni (come Milano), pianifica i tuoi ingressi. Non sprecarli tutti in una settimana.
Le moto d’epoca non sono solo un mezzo di trasporto. Sono pezzi di storia. Ma la storia non si conserva senza regole. E se vuoi che la tua moto continui a correre, devi rispettarle.
Posso guidare una moto d'epoca con la patente B?
Sì, ma solo se la moto ha una cilindrata fino a 125 cc e una potenza massima di 11 kW. Per moto più potenti, ti serve la patente A o A2. La patente B da sola non ti permette di guidare moto da 500 cc o più.
Il CRS si rinnova ogni anno? È obbligatorio?
Sì, il CRS va rinnovato ogni anno, con una tassa di 50 euro. È obbligatorio per godere delle esenzioni dalle ZTL e per passare la revisione. Senza CRS aggiornato, la tua moto perde lo status storico e diventa soggetta a tutte le restrizioni ambientali.
Se modifico i freni o le luci, perdo lo status di moto storica?
No, se le modifiche sono tecnicamente necessarie e non alterano l’aspetto originale. Puoi installare freni a disco moderni, luci a LED o catene a sigillo, purché la forma, la posizione e il design siano identici a quelli originali. Cambiare il motore, il telaio o il serbatoio, invece, ti fa perdere lo status storico.
Perché a Roma posso guidare la mia moto d'epoca tutti i giorni, ma a Milano solo 25 giorni?
Perché Roma ha seguito una sentenza del TAR che ha dichiarato illegittime le restrizioni alle moto storiche. Milano, invece, ha scelto di mantenere le sue regole ambientali, concedendo solo un numero limitato di ingressi. Non c’è una legge nazionale unica: ogni città decide in base alle sue politiche, anche se l’articolo 60 del Codice della Strada dovrebbe garantire l’esenzione.
La mia moto ha 25 anni, ma non ha il CRS. Posso circolare?
Puoi circolare su strade normali, ma non puoi entrare in nessuna ZTL, né godere di esenzioni. Senza CRS, la tua moto è considerata un veicolo normale. Se la usi in città e la fermi in una ZTL, rischi una multa da 168 a 672 euro. Il CRS non è un optional: è l’unica chiave per accedere alle esenzioni.
Le moto d'epoca sono più inquinanti delle moderne?
Sì, in termini assoluti. Una moto Euro 0 emette fino al 300% in più di particolato e idrocarburi rispetto a una Euro 5. Ma in termini relativi, le moto storiche rappresentano meno dello 0,5% delle emissioni totali in città. Il problema non è il loro impatto, ma la loro visibilità: sono le uniche che non possono circolare in ZTL, mentre le auto moderne, anche più inquinanti, possono.